La ratifica da parte del Cile (primopaese al mondo ad averlo fatto) dello storico Trattato globaleper la protezione degli Oceani, approvato lo scorso marzo dalleNazioni Unite, "è un primo passo importante in vista dellaConferenza sugli Oceani dell'Onu in programma nel 2025, quandoalmeno 60 Stati dovranno avere ratificato l'accordo affinchéentri in vigore e consenta di proteggere il 30% dei mari entroil 2030", commenta Laura Meller, referente della campagnaProtect the Oceans di Greenpeace, auspicando "che altri Paesiseguano al più presto l'esempio del Cile per dare concretezza alTrattato e proteggere realmente i nostri mari".
Adottato a giugno 2023, il Trattato globale sugli Oceani èl'accordo ambientale più significativo dopo l'Accordo sul climadi Parigi del 2015, ricorda la ong. Sono già 84 i Paesi che lohanno firmato, Italia compresa, ma affinché entri in vigoreoccorre che venga ratificato da almeno 60 Stati. L'Italia, cometutti gli Stati membri dell'Unione Europea, si è impegnata aratificare il Trattato prima della Conferenza Onu sugli Oceaniche si terrà a Nizza (Francia) nel giugno 2025, ricordaGreenpeace.
"Gli oceani in tutto il mondo sono sempre più minacciati dapesca industriale, inquinamento e dal rischio emergente del deepsea mining, l'estrazione mineraria in acque marine profonde -rileva l'associazione ambientalista - Una volta entrato invigore, il Trattato costituirà uno strumento giuridicofondamentale per creare nuovi santuari marini, anche nelMediterraneo, e raggiungere l'obiettivo di tutelare almeno il30% della superficie delle acque del globo, salvaguardando lavita negli oceani da cui dipende anche la nostra sopravvivenza".
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